sabato 12 dicembre 2009

Thanksgiving Day at MSU

Non c'era proprio nessuno per strada quel giorno. Dovevo incontrarmi in laboratorio con il dottor Jain. Lui era tornato dalla Corea da solo due giorni mentre io avrei lasciato East Lansing il giorno dopo. Considerando che c'era stato di mezzo pure il Thanks Giving Day, quella mattinata era l'unico momento in cui potevamo incontrarci prima della mia partenza. In qualche modo quindi ero riuscito a svegliarmi ad un orario decente, nonostante non avessi alcun tipo di sveglia o orologio. Di tre cellulari che avevo, nemmeno uno dava piu segni di vita da circa un mese. I due che m'ero portato da casa avevano lentissimamente finito la carica, ed è stato in quel momento che, con mia grande sorpresa, ho scoperto che in america la corrente elettrica ha un voltaggio diverso. e quindi avere l'adattatore non sempre è sufficiente. Il cellulare plasticone da thirty bucks che avevo comprato, invece, l'aveva sciacquato Fito dentro ad un bicchierone di caffe la prima mattina che abbiamo passato a Chicago. Per tutti i seguenti 20 giorni di viaggio ho mantenuto la convinzione che quel cellulare potesse ancora ripigliarsi. Mi sbagliavo. Ad ogni modo. Non c'era proprio nessuno in giro quella mattina. Ed era particolarmente freddo. C'era ancora la brina per terra nonostante fossero già le 10:30am. La prima cosa che ho pensato è stato "ok. sono dentro un film." avevo un paio di opzioni: "1. stile Truman Show: ERO dentro un film ma non lo sapevo. erano tutti attori e comparse. siccome ieri e oggi è Thanksgiving Day sono tutti a casa e oggi nn si gira. 2. stile 28 Giorni Dopo: SONO dentro un film ma sono tutti morti o infettati. quindi da un momento all'altro da quell'edificio laggiu sbuca un'orda di zombie. e sono cazzi.". Poi è passata una macchina. Guidava normale. Niente film. Strano forte comunque. Una volta arrivato davanti all'edificio di ingegneria, mi rendo subito conto che non sarà facile quanto credevo entrare in laboratorio. Tutte le porte esterne sono chiuse e non ho le chiavi. Contavo di beccare qualcuno che mi aprisse. Ma non c'era veramente nessuno. L'edificio è grande. Ci metto circa 20 minuti a percorrere tutto il perimetro per controllare tutti gli ingressi. Gli edifici del campus sono tutti molto grandi e complessi. Ed estremamente rumorosi. Dentro ti ci perdi e muori di freddo. Fuori ti stordiscono dal casino del sistema di condizionamento dell'aria e non so quali altri sistemi. Quasi che hanno vita propria. Comunque hanno un loro che. Con tutti gli alberi attorno e nelle corti interne, e rampicanti che salgono ovunque. Gli uccellini e gli scoiattoli che ci si arrampicano sopra. Scoiattoli ovunque. Ad ogni modo. Non c'è stato verso di entrare. Quindi torno a casa. Scrivo un'email al prof. Scrivo a Kien, che abita vicino a me e in qualche modo ci mettiamo d'accordo perchè mi allunghi le chiavi. Alla fine invece preferisce accompagnarmi e aprirmi. Lungo la strada mettiamo sotto uno scoiattolo. Nonostante provi a sminuire l'accaduto noto che Kien rimane profondamente turbato dall'uccisione. Lo capisco. Quando entro apro la porta del laboratorio trovo Soweon che mi guarda pietrificata per alcuni lunghi secondi. Temeva fosse il dr. Jain. Nonostante io abbia appena perso l'occasione per salutarlo e ringraziarlo per l'ospitalità, Soweon si tranquillizza subito e sorride rilassata quando le spiego che molto probabilmente il dr. Jain nn tornerà in ufficio fino al giorno dopo.