venerdì 2 dicembre 2016

Poiane d'oro

Chi mi conosce un po' sa che non mi viene facile parlare in pubblico. Forse è anche per questo che stasera, insieme a un po' di sana codardia, durante la cena non ho avuto la prontezza di alzarmi e pronunciare quelle due parole che avrei voluto.

A costo di scadere nell'ovvio, ci tengo a dire che le salite fatte quest'anno, sono state possibili solo grazie ai miei compagni, di adesso e di sempre. A chi mi ha dato un nuovo spunto per riscoprire le montagne, a ingaggiarmi in nuove avventure, e che merita questo modesto trofeo tanto quanto me. Ai vecchi compagni con i quali ne hai fatte mille e mille ancora ne faresti, che a volte spariscono per un po', e che poi tornano, che tanto loro "ti sanno" con uno sguardo. Ai vecchi guerrieri e ai maestri, che sanno quello che sarà perchè hanno già visto quello che fu. Ai compagni di resina, perchè da qualche parte dovrai pur sentirti a casa. A quelli più forti e più coraggiosi, che ti ricordano che rimani sempre un pivello. A quelli che c'hanno il concetto di scalare male da dio, che se non ci ridi sopra sei fottuto.

Poi c'era tutto un viaggio mentale sul fatto che una poiana ha due ali, e che con un'ala sola non riesce a volare e che il corpo della poiana rappresenta la passione per la montagna... ma forse è meglio che si va a scalare e poche pugnette.